Servo Hitec analisi dei modelli

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In questa guida vedremo le caratteristiche dei vari modelli della Hitec in modo dettagliato.  Queste informazioni sono applicabili anche ad altre marche.

 

Caratteristiche di un servo

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La scheda tecnica dei servo motori riporta molti parametri utili per capire quale motore sia pi adatto per le nostre applicazioni.

Tensione di lavoro: I servo generalmente lavorano con tensioni fra 4.8V e 7.4V. Queste tensioni si possono ottenere facilmente con le batterie, per questo motivo sono state scelte come range operativo di molti servo. Se si supera la tensione di lavoro, la scheda di controllo si surriscalda rapidamente e il servo "si brucia".  Se utilizzate delle schede autocostruite, questo è il primo parametro da guardare.

Velocità:  La velocità di un servo viene indicata  attraverso il tempo @60°. Cioé quanto tempo impega un servo a ruotare di 60°. La velocità è praticamente costante lungo tutto l'arco e scende in prossimità del punto di arrivo stabilito.

La coppia di un servo:  è una misura della potenza del servo. La coppia è espressa in kg*cm. Se immaginiamo di collegare una levetta di lunghezza un cm al motore, essa riuscirà a "tirare"  un numero n di  kilogrammi.

ad esempio se la coppia è 20kg*cm, un braccio da 1cm potrà tirare 20kg, un braccio da 2 cm - 10 kg, un braccio da 4cm - 5 kg. 

Il prodotto lunghezza braccio*forza = coppia

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Coppia di un servo: 

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Il segnale di controllo di un servo

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Il servo nasce per il mondo del modellismo. Il segnale di controllo è di tipo PWM dove viene variato il duty cycle.  Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

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Il segnale di controllo stndard è un'onda quadra di ampiezza 0 - 5V con periodo 20ms. All'interno di questi 20ms, circa 2 ms vengono utilizzati per regolare il servo motore.  Il segnale di controllo standard va da 900ms a 2100ms. Un normale servo può ruotare da 0 a 90° oppure da 0-180°.  Nella guida alla scelta dei servo trovate una trattazione completa.   In questo caso ci limitiamo ad un servo motore con escursione 0-180°.

Come vedete un segnale di durata 1ms mette il servo nella posizione 0°. Se andiamo ad aumentare la durata del segnale ed arriviamo a 1.5ms il servo si posizionerà a 90°.  Se arriviamo a 2ms il servo sarà a 180° rispetto alla posizione iniziale.

Cosa succede se il  segnale di controllo del servo dura 1,1 ms ?

Se il motore a 1ms si trova a 0° e a 1,5 ms si trova a 90°, facendo una semplice proporzione, possiamo ipotizzare che il nostro servo si troverà a circa 90/5 = 18°.

La posizione determinata dal segnale di controllo è praticamente fissa. 

E' molto importante comprendere che la posizione del servo è data esclusivamente dalla durata del segnale positivo.  Questo segnale si ripete ogni 20ms e viene letto dalla scheda di controllo interna al servo.  Quindi se io mantengo un segnale di 1.1ms con periodicità 20ms, il servo si posizionerà sempre a 18° rispetto allo zero iniziale.

Il posizionamento del servo è di tipo assoluto.

Una caratteristica fondamentale del controllo di tipo servo è che esso mi determina una posizione assoluta.  Facciamo un esempio:

Invio il segnale ad un servo della duarata di 1.1 ms con periodicità 20ms. Il servomotore si posizionerà a 18° rispetto allo zero.  Tolgo l'alimentazione e spengo il segnale.  Riaccendo il sistema e invio lo stesso segnale da 1,1ms, il servo rimarrà fermo sui 18°. 

Questo non avviene, ad esempio con i motori passo passo o con i motori con encoder che hanno un posizionamento di tipo relativo, cioé non "ricordano" la loro storia precedente.

 

 

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La coppia di un motore

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Capita spesso che chi è alle prime armi faccia confusione fra coppia, potenza, forza  di un motore. In questo breve articolo vedremo di chiarire questi concetti per i principianti.

Momento di una forza

Quando si esamina la scheda tecnica di un motore, si vede che viene fornita la coppia, espressa in kg*cm oppure N*m.   L'unità di misura Kg*cm forse è la più semplice da capire. 

Immaginiamo di voler bloccare il  motore esercitando una forza.  Se il motore ha una coppia di 20Kg*cm significa che, per fermarlo, dobbiamo usare una leva che eserciti una coppia opposta.  La coppia esercitata dalla leva è data dalla Forza moltiplicata per la lunghezza della leva (braccio). Se abbiamo una leva lunga 10cm, la forza necessaria sarà di 2kg, se la leva fosse lunga 100cm la forza necessaria per bloccare il motore sarebbe di 0,2kg cioé 200 grammi.

Come abbiamo visto, la coppia non è data solo dalla forza che noi applichiamo, ma dipende anche dal braccio, cioé dalla distanza dall'asse di rotazione.

 

Immaginate la situazione riportata nella figura 1. Immaginate che il vostro motore sia al posto del bullone esagonale a sinistra.  La distanza d viene chiamata braccio della forza e F è la forza che dovete esercitare per bloccare il motore (o per svitare un bullone).

Immaginate che il nostro motore abbia una coppia di 20kg*cm se il braccio d fosse 10cm, applicando 2kg  come F, riusciremmo a bloccare il nostro motore.

Se il nostro braccio d fosse 1m cioé 100cm, sarebbero sufficienti 0,2kg cioé 200g per bloccare il motore.  La coppia, quindi, non è semplicemente una forza o un "peso" che il motore riesce a contrastare, ma è data dal prodotto

F*d

Nel nostro esempio F*d deve essere sempre uguale a 20kg*cm.

Si deduce che la configurazione meccanica del sistema è molto importante. Lo stesso motore in condizioni di lavoro diverse, sviluppa prestazioni apparentemente differenti. Se teniamo presente, invece, la definizione di coppia come prodotto di due grandezze, vediamo che le prestazioni del motore sono costanti.

Dato che una ruota, una puleggia o un'asta sono sempre delle leve applicate ad un motore, dovete tener conto della vostra configurazione per scegliere la coppia esatta.

 

Rapporto di riduzione

Se guardate il nostro catalogo motori vedrete che forniamo configurazioni con diverso numero di giri.  Spesso ci capitano dei clienti che ci dicono: "Io acquisto un motore da 60 giri e poi lo riduco elettronicamente a 10 giri o ai giri che mi servono".

Questo tipo di regolazione è sicuramente realizzabile, ma va considerata anche in questo caso la coppia.  Se guardate bene i motori, vedrete che il 60 giri ha una coppia 5 volte più piccola del 12 giri. Se acquistate un motore da 60 giri e lo fate lavorare a 10 giri, avrete una ulteriore riduzione di coppia dovuta al punto di lavoro non ottimale.  Quindi facendo un esempio semplice, se prendete un 60 giri con 135kg*cm, e lo fate lavorare a 10 giri al minuto, otterrete circa 50kg*cm o meno a seconda del tipo di motore e controllo. Se prendete un motore da 12 giri/min  avrete una coppia di 584 kg*cm.  Cioé siamo oltre le 10 volte di più che far lavorare un motore in condizioni di moto ridotto.  Per questo motivo, vi consigliamo sempre di acquistare un motore che abbia un numero di giri molto vicino a quello che vi serve, per ottimizzare le prestazioni. Se invece avete la necessità di lavorare in un intervallo ampio di velocità, dovete scegliere una coppia soradimensionata rispetto alle vostre reali esigenze.

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Tempo di ricarica batterie NiMh

[et_pb_section fb_built="1" _builder_version="3.22" custom_margin="3px|||||" custom_padding="0px|||||"][et_pb_row _builder_version="4.0.9" column_structure="1_2,1_2"][et_pb_column _builder_version="4.0.9" type="1_2"][et_pb_image src="https://www.steplab.net/wp-content/uploads/2020/01/download.jpg" _builder_version="4.0.9" hover_enabled="0" url="/trk.php?out=https://amzn.to/35qsPvh"][/et_pb_image][/et_pb_column][et_pb_column _builder_version="4.0.9" type="1_2"][et_pb_cta title="Offerte pile NiMh" button_text="Scopri" _builder_version="4.0.9" button_url="/trk.php?out=https://amzn.to/35qsPvh" hover_enabled="0"][/et_pb_cta][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version="3.25" background_size="initial" background_position="top_left" background_repeat="repeat" custom_padding="0px|||||"][et_pb_column type="4_4" _builder_version="3.25" custom_padding="|||" custom_padding__hover="|||"][et_pb_text _builder_version="3.27.4"]Quanto tempo è richiesto per caricare una batteria NiMh ?

Per calcolare il tempo di ricarica di una batteria al NiMh dovete conoscere alcune informazioni facilmente reperibili. Il primo dato è la capacità della batteria, indicata sempre in mAh o Ah per le batterie più grandi.

La seconda informazione è la corrente erogata dal vostro caricabatterie. I caricabatterie a microprocessore consentono spesso una regolazione precisa e variabile nel tempo a seconda della scarica della batteria.  Il terzo dato è l'efficienza del processo di carica.

Vediamo nel dettaglio come utilizzare queste informazioni. Immaginiamo di avere una batteria da 2000mAh e di caricarla a 200mA. Idelamente:

Tempo di carica = Capacità della batteria / corrente di carica.

Cioé se ho la mia batteria da 2000mAh e la carico a 200mA impiego 10 ore per caricarla. Attenzione !  la capacità della batteria è espressa in mAh che è un'unità di energia. La corrente di carica è espressa in mA che è un'unità di corrente. L'energia è data da corrente * tempo, cioé mAh  dove h sta ad indicare "ora", si legge "milliampere ora".

La formula precedente è puramente ideale perché durante la carica viene dissipata un'energia, sotto forma di calore, che non contribuisce alla carica effettiva. La formula pratica per calcolare il tempo reale è data da:

Tempo = capacità *1,4 / corrente di carica

Il tempo effettivo quindi è circa un 40% in più del tempo teorico.  Il valore di 1.4 è un valore medio e può essere peggiore o migliore anche in funzione dell'età della vostra batteria o pacco batterie. L'utilizzo di un buon caricatore dotato di microprocessore, può allungare sensibilmente la vita delle vostre batterie.

Un  esempio di caricabatterie molto buono è il BC 700 che potete trovare qui
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ESC - controllare i motori brushless

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Il controllo dei motori brushless si effettua necessariamente con dei particolari controller  ESC. A differenza dei motori tradizionali a spazzole che hanno 2 fili, i motori brushless devono ricevere una sequenza di segnali sincronizzati per poter operare correttamente. 

 

Il componente che fa il lavoro per noi si chiama ESC. 

Con un ESC si controlla un singolo motore, quindi se costruiamo un veicolo o un sistema con più motori, dobbiamo prevedere anche un equivalente quantità di ESC.

La caratteristica principale di un Esc è la quantità di corrente che riesce ad erogare. La scelta viene effettuata considerando il massimo assorbimento del motore. Se questo assorbimento è ad esempio di 15A dovremmo scegliere un Esc che eroghi qualche Ampere in più di quelli massimi del motore, quindi un Esc da 20A è l’ideale.

I parametri fondamentali di ogni motore e di ogni ESC sono riportati nelle pagine di ciascun prodotto. Vi consigliamo di leggere attentamente prima di scegliere il prodotto. Se avete dei dubbi contattateci.

Sovradimensionare il controller ESC non ha controidicazioni. Il consiglio è di scegliere quello che più si avvicina come caratteristiche alle vostre necessità per risparmiare e anche per avere una struttura più semplice e leggera possibile.  Potreste anche scegliere di usare un solo modello di ESC per necessità di magazzino e di ricambistica.   In questo caso fate attenzione: un componente sottodimensionato può bruciarsi o comunque andare in modalità protezione rendendolo inefficace per la vostra applicazione.

Una caratteristica particolare degli ESC è che alcuni hanno  a bordo un BEC (battery eliminator circuit). Si tratta di un circuito molto utile che eroga generalmente un tensione di 5V.  Serve per alimentare eventuali controller, ricevitori o altri elementi. In questo modo è possibile usare un'unica batteria per alimentare motori e schede di controllo/interfaccia.

Un circuito simile può essere realizzato anche con dei regolatori tipo 7805,  Il collegamento BEC è comunque più "pulito" dal punto di vista dei cablaggi e dello spazio occupato.

I motori industriali si controllano con delle schede dedicate, oppure realizzando un ponte a Mosfet e controllando il motore con un microcontrollore.

Come controllare l'ESC

Per motori relativamente piccoli esistono dei componenti chimati ESC.

Gli ESC commerciali sono controllati con un sistema PWM come quello dei servomotori.  Regolando il segnale è possibile modulare la velocità del motore.   Gli ESC si possono collegare direttamente anche ad un radiocomando standard.

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Loop chiuso e loop aperto

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Sistemi a loop chiuso e a loop aperto

Un concetto molto importante quando si va a realizzare un controllo è quello di loop aperto o chiuso.  Per capire la differenza fra i due partiamo con un esempio molto semplice che non è legato a complesse logiche elettroniche.

Immaginate di entrare in un bagno. Se aprite il rubinetto dell'acqua, essa fluirà all'infinito fino a quando qualcuno non chiuderà il rubinetto. Questo è un sistema a loop aperto, cioé il vostro sistema (rubinetto) non ha nessuna informazione sulla quanità d'acqua che è passata e non ha alcuna possibilità di "decidere" in modo autonomo quando chiudere.

Considerate ora di avere un serbatoio che volete sia sempre pieno (ad esempio per irrigare un orto).  Immaginate che il vostro serbatoio sia pieno, aprite l'acqua per un certo tempo e quindi si svuoterà parzialmente. Se il sistema è dotato di un qualche sensore ( anche un galleggiante meccanico è considerato un sensore), partirà automaticamente il riempimento, fino ad un certo livello. Il meccanismo non è dotato di particolare intelligenza, ma di sistemi meccanici semplici. Si tratta comunque di un sistema a loop chiuso. Cioé un sistema in cui vi è un ritorno di informazioni ingresso e uscita.  In questo caso l'informazione è il livello dell'acqua.

Aggiungendo ulteriori sensori, possiamo complicare a piacere le funzionalità del nostro serbatoio.  Per esempio potremmo introdurre l'irrigazione automatica ad orari prestabiliti. Potremmo introdurre un sensore di pioggia che annaffia solamente se c'è il sole, un sensore di umidità del terreno che annaffia solo se il terreno è secco... Andremmo così a dotare il nostro semplice serbatoio di una primitiva forma di "intelligenza". 

Abbiamo un sistema a loop chiuso ogni volta che il comportamento di una parte è influenzato da ciò che avviene in un altro punto.

I sistemi a loop chiuso posso essere estremamente complessi perché dipende quale tipo controllo vogliamo fare sul nostro ingresso. Il sistema più semplice è di tipo ON/OFF, ad esempio la luce del frigo che si accende quando la porta è aperta e si spegne quando è chiusa è un "controllo on/off" che potremmo definire "banale".  I controlli ON/OFF non hanno nulla di particolarmente interessante dal punto di vista teorico. Il sistema ha solo due stati e si posiziona in uno o in un altro a seconda di un informazione in ingresso di tipo binario.

Molto più intressanti sono i sistemi dove l'informazione è di tipo continuo, cioé può assumere un'infinità di valori compresi dentro ad un intervallo finito.

Un esempio semplice è un serbatoio in cui una pompa viene modulata per mantenere il livello dell'acqua all'interno.  Se alla base del serbatoio metto un rubinetto e immagino che vi sia un prelievo d'acqua del tutto causale, gestire il riempimento del serbatoio diventa un compito più interessante rispetto al semplice ON/OFF.

Se prelevo molta acqua, voglio che il rifornimento sia più veloce, se prelevo poca acqua, il rifornimento sarà più lento. Se non prelevo acqua, voglio che la pompa si spenga completamente. Un buon sistema di controllo riesce a gestire una situazione del genere  con pochissime informazioni. Conoscendo solamente il livello dell'acqua è possibile creare un controllo che reagisca in modo "intelligente" alle variazioni.  Il controllo più usato in ambito industriale è il PID.

 

 

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Idee da costruire: tubo verticale su guida X-rail

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Tubo verticale su guida X-Rail

In questo esempio realizziamo con gli X-rails un tubo verticale, ancorato con con la possibilità di scorrere sulle guide.  Sulla foto sono indicati i codici dei componenti che abbiamo utilizzato.

Qui sotto troverete la gamma completa dei componenti utilizzati.

 

 

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Controllo di un motore DC - Locked Antiphase

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Abbiamo visto in precedenza il controllo Velocità -  Direzione.  Ora vediamo un altro sistema, più performante dal punto di vista delle prestazioni meccaniche, ma più esigente dal punto di vista energetico. In questo sistema, la bobina del motore è sempre alimentata, la corrente fluisce da un verso o dall'altro e la velocità viene modulata attraverso il controllo del duty cycle. (per una trattazione del duty cycle rimandiamo all'articolo precedente).

Se la nostra esisgenza è un controllo della coppia su tutta la gamma di velocità del motore e non abbiamo particolari problemi di energia, il locked antiphase è la soluzione.

Esaminiamo il ponte H. Cosa accade applichiamo un segnale PWM ad entrambi i canali A e B ?

Abbiamo visto in precedenza che se i due canali sono entrambi nello stesso stato (0 -0 oppure 1-1) il ponte ad H è spento. La corrente non può scorrere in alcun ramo e quindi il motore non sarà attraversato da corrente.  In questa condizione il motore avrà una coppia nulla perché è come se fosse scollegato dalla corrente.

Immaginiamo ora di applicare un segnale che sia del tipo A=0 B=1, A=1 B=0;

Cioé applichiamo sempre il segnale opposto a ciascuno dei due piedini.  Se lo applicassimo lentamente vedremmo il nostro motore avanzare di alcuni gradi, e poi retrocedere degli stessi gradi se il segnale ha un duty cycle del 50%.

Se immaginiamo di fare questa operazione di "cambio" molto velocemente ( cioé ad alta frequenza ), l'effetto sarà quello di avere un motore fermo.

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Ora proviamo a cambiare la durata relativa dei segnali, cioé cambiamo il duty cycle, mantenendo uguale  la frequenza dei due segnali. In questa figura vediamo che il ciclo alto del canale B dura di più del ciclo alto del canale A. Questo vuol dire che il motore girerà per un tempo maggiore in un verso rispetto che all'altro. L'effetto ad alta frequenza sarà un avazamento a velocità controllata minore del massimo.

Se esaminiamo il caso estremo, vediamo che, ponendo B=1 per sempre otteniamo A=0 e quindi rispettiamo le condizioni del locked antiphase anche nel caso di rotazione a velocità massima.

I due metodi di regolazione coincidono nei casi estremi. Nel caso del locked antiphase, però, il consumo sarà maggiore perché l'avvolgimento è sempre atraversato da corrente in ogni istante.  Nel caso precedente, invece, il consumo era minore a velocità minore.  Questo giustifica anche il calo di coppia con il metodo precedente.

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Il locked antiphase è un metodo molto comodo in applicazioni di regolazione industriale perché in questo caso le prestazioni del motore rimangono pressoché costanti a qualunque velocità.   E' una modalità di controllo molto performante anche in applicazioni dove il cambio di velocità deve essere molto repentino e la risposta del motore immediata. ( per esempio nei line follower).

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Controllo di un motore DC - Velocità e direzione

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Il controllo più intuitivo e forse semplice da realizzare è quello in cui si regola velocità e verso di rotazione. Questo metodo di controllo funziona bene in tutti i casi in cui non sia richiesto di sfruttare tutta la coppia del motore sull'intera gamma delle velocità.

Riguardando lo schema del ponte ad H,  se noi fissiamo un segnale su B e mandiamo un segnale alternato 0-1 su A, otteniamo che la corrente scorrerà sempre in un verso del motore "accendendo e spegnendo" l'avvolgimento del motore DC e dando come effetto la regolazione di velocità.

La regolazione di velocità avviene cambiando il duty sycle del segnale 0-1.

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Onda Quadra Duty Cycle

Un onda quadra, cioé un segnale che alterna solamente i valori 0-1, è caratterizzato dai seguenti parametri:

Frequenza:  il numero di volte in cui il segnale ripete la sequenza 101 in un secondo.

Duty Cycle: è il rapporto tra la durata dello stato 1 e la durata totale di un periodo.

Facciamo un esempio per chiarire la sistuazione:

In figura sono riportate 2 onde quadre  con la stessa frequenza. Come si vede, infatti, il periodo T, cioé la durata di una transizione 1-0-1 è uguale per l'onda sopra e quella sotto in figura.

Con le percentuali  50% e 20% indichiamo invece il duty cycle, cioé il rapporto tra la durata dello stato alto (1) e la durata totale (T).

Facciamo un esempio numerico:

Supponiamo che T sia uguale ad 1 secondo, quindi la frequenza sarà pari ad 1hz.  Nel primo caso lo stato alto dureà 0,5 secondi, cioé il 50% di 1 seocndo, che è il periodo totale.  Nel secondo caso, lo stato alto durerà 0,2 secondi, cioé il 20% del periodo totale.

Controllo di un motore DC agendo sul Duty Cycle

Per controllare un motore dovremo scegliere una frequenza adeguata, che permetta di avere una risposta fluida e non a scatti. La determinazione di questa frequenza dipende dalle caratteristiche del motore, ma è molto facile, dal punto di vista pratico, provare varie frequenze per trovare quella ottimale in cui il movimento sia unforme nel tempo.

Una volta scelta la frequenza, è sufficiente impostare il duty cycle.  Il ponte ad H, come abbiamo visto prima, ha due canali di ingresso che chiameremo A e B. Un canale andrà lasciato a 0 e l'altro dovrà essere controllato tramite un segnale PWM, (cioé l'onda quadra che abbiamo visto in precedenza). Vedremo più avanti che cosa comporta scegliere un canale oppure un altro.

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Il duty cycle può essere regolato da 0% ( motore fermo) a 100% motore a velocità massima. Un duty cycle del 100% equivale a collegare direttamente il motore ad una batteria.

Se non dovete modulare la velocità del motore, esitono altri metodi di controllo più semplici.

Il controllo di un motore DC con Ponte H in modalità Velocità - direzione, può essere facilmente implementato su un Arduino o Rapsberry  ( o qualunque scheda di controllo  a microcontrollore ).

Fino ad ora non abbiamo mai parlato della differenza fra la scelta del canale A o del canale B come ingresso per il segnale PWM.

Nella figura qui a lato, abbiamo messo a 0 l'ingresso B e andiamo ad esaminare cosa accade se mettiamo ad 1 l'ingresso A.  Vediamo che la corrente scorre in un verso lungo il motore (che si trova al centro della H). Se andiamo ad invertire la situazione, la corrente scorrera nel verso opposto. Cambiare il verso della corrente comporta un cambiamento del senso di rotazione (orario oppure antiorario). La scelta del piedino di controllo da lasciare a 0, quindi, dipenderà esclusivamente dal senso di rotazione che dobbiamo dare al motore nella nostra applicazione. Quando tutti e due i piedini sono a 0, non c'è flusso di corrente perché i due rami sono spenti.  Si capisce, così, quale è l'effetto dell'onda quadra vista in precedenza. Quando l'onda assume il valore 1, il motore sarà acceso, quando questa assume il valore 0 sarà spento. Accendendo e spegnendo velocemente il motore, si otterrà un effetto medio di regolazione della velocità. Se la frequenza è molto alta, non ci accorgeremo dell'accensione e dello spenimento "a scatti", ma vedremo un effetto medio, cioé un rallentamento rispetto alla velocità massima.

Il difetto di un controllo di questo tipo può essere una perdita di coppia quando ci si allontana dalla velocità massima e un cambio di velocità non particolarmente efficiente se abbiamo bisogno di gestire variazioni rapide.

Un sistema più prestante, è il locked antiphase [leggi..],

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Motori passo passo con motoriduttore

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Spesso si presenta l'esigenza di avere di utilizzare dei motori passo passo in contesti dove è richiesta anche una coppia abbastanza elevata.

La coppia di un motore passo passo

La coppia di un motore passo passo, dipende fortemente dalla velocità con cui si intende far girare il motore. Aumentando la frequenza degli step, la coppia cala, anche drasticamente. A titolo di esempio, riportiamo il valore della coppia di un motore stepper in funzione dei giri.  Si vede benissimo che le performance più elevate si ottengono a velocità molto basse.

Quando abbiamo l'esigenza di usare uno stepper che sia piccolo, ma con coppia elevata, dobbiamo ricorrere ad un motore con motoriduttore.

 

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Guida: Caricare le batterie NiMh e NiCd

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Corrente di carica

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Caricare correttamente le batterie è un'operazione abbastanza complessa e piena di variabili.  Esiste un'ampia e completa teoria su ogni singola tipologia di batteria da caricare. Prima di passare alle informazioni teoriche, però, vi diamo una panoramica di cosa offre il mercato.

Fortunatamente, oggi, esistono caricabatterie a microprocessori economici, ma abbastanza sofisticati. I classici oggetti che"fanno tutto da soli" al meglio e senza che ci dobbiamo preoccupare di effettuare complessi calcoli matematici.

Un modello abbastanza interessante è INLIFE S4 by Golisi.

Si tratta di un caricabatterie molto completo. Il caricabatterie è dotato di un pratico display lcd azzurro che consente di monitorare la carica dei singoli canali. Può caricare batterie NiMh, NiCd, Litio nel formato stilo AA o ministilo AAA.

Il caricabatterie riconosce da solo la tipologia di batteria e visualizza tensione, corrente, tipo e percentuale di carica.  Si collega ad un normale cavo USB quindi si può abbinare ad un normale caricabatterie del cellulare, oppure  ad un pannello solare.

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Avvertenze

MAI lasciare che si surriscaldino (da non riuscire a toccarle) le batterie NiMH, in caso contrario, potrebbero ridursi notevolmente le loro prestazioni o danneggiarsi le celle. Se questo dovesse succedere, scollegate la batteria dal caricatore e lasciatela immediatamente raffreddare!

Non portare MAI a zero volt le #batterie #NiMH o potrebbero riportare danni permanenti.

MAI cercare di usare le funzioni di carica e scarica per Pb, NiCd o Litio per batterie NiMH.

Se non utilizzate le batterie per un lungo periodo di tempo, lasciatele sempre con una tensione residua  (fate riferimento alle istruzioni del vostro fornitore).

ATTENZIONE! È normale che le batterie NiCd e NiMH diventino calde durante la carica. Scollegate IMMEDIATAMENTE le batterie se dovessero diventare bollenti! Se le batterie dovessero surriscaldarsi, potrebbe essere necessario abbassare la corrente di carica per le future ricariche. Non tentare mai di caricare batterie con correnti eccessive o si potrebbero causare danni irreversibili.

Le batterie NiMH e NiCd sfruttano programmi di carica e scarica simili visto che hanno comportamenti pressochè identici sotto molto aspetti, anche se la composizione chimica è differente. Non ci dilungheremo nello spiegare le differenza chimiche nei dettagli tra le due batterie ma ci concentreremo su come utilizzare il vostro Equilibrium per gestirle al loro meglio e per fare si che la batteria duri il più a lungo possibile.
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Oggi il mercato offre una vasta gamma di caricabatterie da viaggio compatti e con diverse funzionalità. E' il caso di questo modello che unisce il caricabatterie USB per cellualari e il caricatore per batterie stilo in un unico prodotto. Vedi...

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Prima di iniziare, vorrei precisare che esistono #caricabatterie relativamente #economici dotati di  microprocessore che svolgono egregiamente il loro compito in modo automatico e in completa sicurezza.  Il BC 700 è attualmente uno dei più venduti, potete vederlo qui.

Chi vuole passare subito alla teoria  di costruzione di un caricabatterie, può passare direttamente al capitolo successivo.

Il BC 700 è un un caricabatterie con microprocessore a singolo canale di monitoraggio.
Ogni pila può essere separatamente controllata e monitorata tramite i seguenti parametri: Volt, corrente di carica, capacità di carica, tempo di carica/scarica e capacità in mAh alla fine della modalità test.

Il display visualizza i suddetti valori reali.
Ogni canale può essere utilizzato con diverse correnti di carica e diverse modalità (carica, scarica, refresh, test)
Ogni canale può essere controllato, monitorato e consultato individualmente.

Funzioni:
• Charge/Ricarica:
- NiCd e NiMH
- Corrente di carica selezionabile: 200 / 500 / 700 mA
- Singolo canale di monitoraggio con carica super veloce
- Microprocessore con rilevamento del delta V (-dV) per evitare di sovraccaricare le singole batterie
- Protezione contro il surriscaldamento delle batterie

• Discharge/Scaricamento:
- Funzione di scaricamento+ricarica per eliminare l'effetto memoria

• Refresh:
- Programmi accurati per il refresh di pile mal utilizzate.

• Check/Test:
- Test batteria

• Per 1-4 pile Mignon o Micro, NiMH/NiCD, riconoscimento automatico tipo di pila
• Riconoscimento pile difettose con relativa interruzione di carica
• Corrente di carica: 200, 500 o 700 mA, regolabile individualmente
• Visualizzazione individuale di ogni canale: stato di ricarica/scaricamento, capacità, corrente di carica, tensione batteria, tempo di ricarica
• 4 programmi di ricarica: ricarica, ricarica/scaricamento, refresh, test capacità batterie, selezionabili singolarmente per ogni canale di ricarica
• Parametri configurabili separatamente per ogni canale di ricarica
• Temperatura e tempo di ricarica per ogni canale

- Manuale in italiano.

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Caricare le batterie NiCd e NiMH 

In commercio ci sono due tipologie di caricabatterie:

I caricabtterie economici senza possibilità di controllo e programmazione, ad esempio quelli per batterie Stilo NimH e mini Stilo Nimh tipo quello della linea Amazon Basics, oppure i caricabatteria professionali.

Nel primo caso, non ci sono accorgimenti particolari, il caricabatterie non è dotato di particolare "intelligenza", va acceso e svolge il suo compito. Nel secondo caso, il caricabatterie sarà dotato di programmi di carica particolari e soprattutto di modalità di scarica per mantenere correttamente le batterie durante lunghi periodi di inutilizzo.

Per caricare le batterie NiMH e NiCd viene utilizzato un programma capace di individuare il fine caricare chiamato “DeltaPeak”.

Le modalità di carica generalmente sono 2, uno in cui la corrente di carica è automatica (AUT) e l’altro invece Manuale (Man) dove sarete voi a decidere la corrente di carica.

Determinare la corrente di carica manuale

Per determinare empiricamente la corrente di carica da utilizzare manualmente, si può considerare la capacità della batteria, indicata in mAh e dividerla per 10.

Esempio: se ho una batteria da 600mAh, la corrente di carica sarà 600/10=60mAh.   La carica manuale è comunque un'operazione empirica, consigliamo di acquistare un caricabatterie a microprocessore con programmi di carica preimpostati.

Un  #caricabatterie intelligente, vi permette di allungare la vita delle vostre batterie e farvi risparmiare nel lungo periodo sull'acquisto di nuove celle.

Nel programma automatico il caricabatterie testerà la batteria e imposterà una corrente di carica adatta. Nonostante ciò è importante impostare accuratamente, secondo le specifiche della batterie da caricare il limite della corrente, variando il paramente “CUR LIMIT”. Impostate questo valore con i C massimi che la batteria permette  in fase di carica.

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Per caricare le batterie NiMH e NiCd viene utilizzato un programma capace di individuare il fine caricare chiamato “DeltaPeak” e si basa sul concetto seguente: quando le batterie al NiCd e NiMh sono sotto carica il loro voltaggio aumenta. Non appena la batteria raggiunge il suo massimo voltaggio (“Peak” o picco) il voltaggio stesso comincia a scendere. Il punto in cui il vostro caricabatterie terminerà la carica, dopo che il picco è stato raggiunto, si chiama “peak sensitivity”. A volte ci si riferisce a questo punto col termine soglia.

E’ possibile regolare questo parametro a piacimento nelle impostazioni del caricabatterie, con la possibilità di definire addirittura due valori distinti per NiMH e NiCd. Generalmente usando un valore basso di milliVolt si avrà una lettura più precisa del punto di picco mentre usando un valore alto si avrà una lettura meno precisa. Il range della sensibilità di picco va da 5 a 20 mV per cella.

Regolate la sensibilità di ricerca del picco in modo da ottenere la massima carica della batteria magari facendo degli esperimenti per capire se il vostro pacco batterie è di qualità sufficiente da concedere valori più bassi o se necessita valori più alti per ottenere una carica soddisfacente. Invecchiando le batterie hanno bisogno di DeltaPeak più ampi e generalmente le NiMH preferiscono valori inferiori rispetto alle NiCd, diciamo che le regolazioni ideali per NiMH vanno da 5mV a 10mV mentre per le NiCd si va da 10mV ai 20mV. Se non si è molto esperti si consiglia vivamente di mantenere il valore “Default” che corrisponde 7mV per NiMH e 12mV per NiCd. Se, una volta variata la sensibilità del D.Peak, durante la carica la batteria diventa MOLTO calda consigliamo vivamente di tornare ai valori di Deafult o rischierete di sovraccaricare la batteria.
[/et_pb_text][/et_pb_column][et_pb_column type="1_3" _builder_version="4.16" custom_padding="|||" global_colors_info="{}" custom_padding__hover="|||"][et_pb_image src="https://www.steplab.net/wp-content/uploads/2018/01/BD150C20-6F52-4DFA-9C30-5B56B3639B33.jpeg" align_tablet="center" align_phone="" align_last_edited="on|desktop" _builder_version="4.16" global_colors_info="{}"][/et_pb_image][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row admin_label="row" _builder_version="4.16" background_size="initial" background_position="top_left" background_repeat="repeat" global_colors_info="{}"][et_pb_column type="4_4" _builder_version="4.16" custom_padding="|||" global_colors_info="{}" custom_padding__hover="|||"][et_pb_text admin_label="Batterie NiMh" _builder_version="4.16" background_size="initial" background_position="top_left" background_repeat="repeat" global_colors_info="{}"]

Note generali per la carica di batterie NiCd e NiMH:

Una batteria che si avvicina o ha raggiunto la carica completa potrebbe diventare calda al tatto, ma non deve mai diventare bollente. Se dovesse surriscaldarsi, la batteria probabilmente si sarà sovraccaricata e deve essere subito scollegata dal caricatore!!

Una corrente più bassa significa un tempo più lungo di carica, ma è meno stressante per le batterie, e ciò vorrà dire batterie più cariche, e una massimizzazione della durata di vita della batteria. Tuttavia è necessario anche non impostare un valore di corrente troppo basso o il rilevamento del picco non sarà assolutamente preciso. Questo tipo di processo infatti implica una carica “rapida” e quindi la corrente deve essere sufficiente per generare un delta peak misurabile. Salvo diverse specifiche consigliamo vivamente di non caricare mai a correnti inferiori a 0,5C.

Celle “Sub-C” più grandi possono ricevere correnti di carica molto alte senza danneggiarsi, anzi giovandone nelle prestazioni, mentre celle più piccole come le “AA” o le “AAA” tendono a surriscaldarsi più facilmente e devono essere caricate a correnti molto inferiori mai superiori a 1C se non diversamente specificato.

È una buona idea scaricare NiCd prima di caricarle per mantenere le condizioni operative ottimali.

Sempre ricaricare le batterie NiMH prima di usarle.

Nel caso di batterie per trasmettitori, considerando che molte radio hanno dei circuiti di protezione, sconsigliamo VIVAMENTE di caricare rapido la batterie dentro la radio. E’ bene smontarla e collegarla direttamente al caricabatterie con un cavo adatto. I circuiti di protezione delle trasmittenti infatti possono NON sopportare le correnti di carica masima del vostro Ev-Peak e sopratutto non permettere al caricabatterie di individuare il picco accuratamente

Scaricare le batterie NiCd e NiMH

Scaricare le batterie NiXX è abbastanza importante per mantenere alte le prestazioni e prolungare il più possibile la vita dei pacchi. E’ bene non scaricare i pacchi a voltaggi troppo bassi, o si rischia di danneggiare le celle, basterà scaricare il pacco portando a 0,9 – 1,0V per cella. Quindi se il pacco batterie è composto da 6 elementi (voltaggio nominale 7,2V), il voltaggio finale da impostare dovrà essere compreso tra 5,4 e 6,0V. Per quanto riguarda la corrente di scarica impostate una corrente compatibile con le specifiche del pacco, alcuni caricabatterie Ev-Peak raggiungono correnti di scarica molto elevate che potrebbero rovinare il vostro pacco!

Note generali sulla scarica di batterie NiCd e NiMH:

Molte trasmittenti possono contenere dei diodi nei loro circuiti di carica che possono impedire alla batterie di essere scaricata attraverso il jack di carica della radio. Scaricate la batteria dopo averla smontata dalla radio e collegatela direttamente al caricabatterie

Per scariche più accurate è consigliabile usare una corrente che scarichi la batteria in 1-2 ore.

Per pacchi batteria superiori ai 6 V, la quantità di corrente di scarica potrebbe venire automaticamente limitata a causa del raggiungimento della massima potenza di scarica che varia a secinda del caricabatterie.

Non cercate di scaricare dei pacchi a voltaggi inferiori di quanto raccomandato.

Per determinare le condizioni della batteria, comparate la misurazione della capacità finale che la batteria ha fornito durante la scarica alla capacità segnata sull’etichetta della batteria. Se la batteria fornisce meno del 70% della sua capacità segnalata potrebbe essere necessario sostituire il pacco.

La scarica di una batteria può determinare la capacità che il  pacco potrà accettare in una prossima ricarica. Può essere anche usata per determinare quanta carica rimanga nel pacco batteria dopo una sessione di volo. Potrete determinare anche quanto consuma la vostra applicazione.

Ciclare le batterie NiMH e NiCd

Il processo di “ciclo” di una batteria è un processo che alterna una carica completa della batteria con una scarica fino a un punto di taglio predeterminato (o viceversa). E’ molto importante per le batterie NiXX eseguire cicli frequenti per cancellare il cosiddetto “effetto memoria” ossia quel processo per il quale la batteria tende a perdere capacità e a fornire sempre meno corrente. Esequendo un ciclo di scarica/carica o carica scarica, si procede infatti ad una sorta di “rodaggio” della batteria che permettedi preservane il più possibile le qualità. Il programma dedicato ai Cicli è solamente un automatismo per rendere più comodo questo processo, ma quanto detto per la carica o la scarica vale allo stesso modo. Quando si eseguono dei cicli è tuttavia importante impostare un tempo di attesa per permettere alla batteria di raffreddarsi. Per impostare questo valore andare nella schermata WaitTime un valore di 5minuti è sufficiente tuttavia verificate che la vostra batteria si sia effettivamente raffreddata e se necessario modificare questo valore

Note generali per i cicli di batterie NiCd e NiMH:  Eseguire periodicamente dei cicli per batterie NiCd (una volta ogni uno o due mesi) può dare benefici notevoli nelle prestazioni della batteria. Un eccessivo utilizzo del ciclo può ridurre la longevità della batteria.

Vi sarà un breve ritardo tra carica e scarica per permettere alla batteria si raffreddarsi durante il processo. Potete impostare la durata di questo intervallo tra 1 e 60 minuti.

Durante la modalità ciclo, il taglio del voltaggio di scarica per NiCd e NiMH è FISSO (non regolabile) a 0.9V per cella.

I produttori di batterie segnalano tre benefici principali legati alla ciclizzazione di batterie NiCd e NiMH:

Manutenzione della batteria: Le batterie NiCd beneficiano nella loro efficienza grazie a cicli costanti, e si raccomanda di eseguirne circa uno al mese. Le batterie NiMH non richiedono altrettanti cicli. Un eccessivo ricorso alla ciclizzazione può ridurre drasticamente la durata di vita delle batterie.

Determinazione dello stato di salute della batteria: Le batterie NiCd e NiMH hanno una capacità di carica che possono immagazzinare realmente che deve essere sempre comparata a quella segnalata sull’etichetta della batteria. Se dovessero riuscire a immagazzinare solo una piccola parte della capacità ipotetica, vorrà dire che la batteria sta terminando la sua vita operativa e dovrà essere sostituita.

Rivitalizzazione batterie: le batterie NiCd e NiMH nuove o non utilizzate da tempo possono essere rivitalizzate con un’adeguata ciclizzazione in modo da recuperare la loro piena efficienza. Cicli ripetuti per le vecchie batterie sono il modo migliore per recuperarne l’efficienza.
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Guida: caricare le batterie al Pb - piombo

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Caricare le batterie Pb

Per caricare le batterie al piombo è disponibile un singolo programma di carica che sfrutta una metodo corrente costante/voltaggio costante simile a quello utilizzato per le batterie al Litio ma ovviamente specifico per le batterie al Pb. Le batterie al piombo non hanno particolari gestioni, non necessitano bilanciamento, ciclo o altri tipi di manutenzione.
Note generali sulla carica di batterie Pb:
Le batterie Pb usano il metodo “corrente costante / voltaggio costante” come spiegato nella sezione per batterie al litio. Ad ogni modo, livelli differenti sono usati per valutare le condizioni delle batterie Pb.
Le batterie Pb non necessitano di carica di compensazione e non è possibile usare questa caratteristica per tali batterie.
Le batterie Pb hanno un voltaggio nominale di 2.0V per cella. Per la maggior parte delle batterie da campo, anche se non potete vedere di quante celle sono composte, sono di solito 6. A 2.0V per cella, risulterà un voltaggio finale di 12V.
Per batterie Pb con voltaggio superiori a 12V, la quantità di corrente fornita alla batteria potrebbe essere ridotta a causa del raggiungimento della massima potenza possibile in uscita. Questo è assolutamente normale.

Scaricare le batterie Pb

Per quanto riguarda la scarica il discorso è molto semplice rispetto alle batterie Litio, non c’è un vero bisogno di ciclare e quindi scaricare e caricare le batterie al Pb ma se per qualche motivo avete necessità di scaricare delle batterie al Pb potrete utilizzare il programma Discharge del vostro Ev-Peak. Note sulla scarica di batterie Pb:
Per una scarica più accurata, usate una corrente che può scaricare il pacco in 2 o 4 ore.
La quantità di carica prelevata dalla batteria potrebbe essere limitata per via del raggiungimento del livello massimo di potenza del caricatore. Questo è assolutamente normale.
Il taglio del voltaggio di taglio di scarica per batterie con voltaggio nominale di 6V è di 5.4V, per batterie da 24V il taglio sarà a 21.6V

Verifica batteria e misura resistenza interna

Alcuni caricabatteria della Ev-Peak ( es . C1 XR- A1) posseggoni anche funzioni di controllo dello stato della batteria ( Voltaggio singola cella , voltaggio output totale...) e misura della resistenza interna.
Sono molto utili per monitorare lo stato del pacco di batterie. In particolare la misura della resistenza interna è un chiaro indice della qualità della natteria stessa. Più è bassa la resistenza interna migliori saranno le prestazioni della batteria. Molto utile per confronatre ad esempio pacchi batterie di marche e produttori diversi con semplicità ed immediatezza

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Come caricare le batterie - guida e suggerimenti

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Caricabatterie 35W Ap403

Nata dalle numerose richieste in materia, questa guida spiega le caratteristiche di ciascuna tipologia di batteria commerciale. Le operazioni sono basate su prodotti che si trovano sul nostro catalogo, ma possono essere facilmente riportate su caricabatterie già in vostro possesso. Caricare correttamente una batteria ne preserva il corretto funzionamento nel tempo, la sicurezza e la durata.

Prima di operare è comunque buona norma far riferimento al manuale del proprio caricabatterie.

Primi Passi

Prima di avviare un processo di scarica, carica, utilizzo di una batteria è necessario capire quale tipologia di batteria si ha in mano. Le informazioni che caratterizzano la batteria sono essenzialmente quattro:

1.     Tipologia: La batteria è una NiCd, o NiMH, Li-Po o Li-Ion o Li-Fe, o Pb? Questo è sicuramente uno dei dati più importanti. Batterie di tipologie diverse vanno trattato in modo apropriato e spesso totalmente differente. Per esempio il metodo per stabile se una batteria LiPo è carica è estremamente diverso da una NiMH, quindi utilizzare un programma sbagliato può avere conseguenze molto GRAVI! Fate estrema attenzione.
2.     Capacità: Questo dato sarà scritto sull’etichetta della batteria segnato in mAh (milliampere ora).La capaità indica la quantità di energia che la batteria è in grado di immagazzinare e quindi di erogare al netto delle dispersioni
3.     Corrente di scarica e di carica espressa in C La massima corrente di carica e di scarica che la batteria è in grado di assorbire o di erogare viene espressa in " C" ovvero in multipli della capacità della batteria espessa in Ampere. Correnti di carica e scarica sono  espresse come funzioni di questo numero “C” e possono variare a seconda della tipologia della batteria e della sua qualità. Per esempio, una batteria da 2100mAh che può essere caricata a 1C e scaricata a 10C significa che la corrente di carica concessa non dovrà superare 2,1A (2100mAh) mentre la corrente di scarica potrà raggiungere i 21Amp (2100mAh x 10). Se invece i valori di carica e scarica sono rispettivamente 2C e 25C allora avremo una corrente di carica di 4,2Amp e di scarica concessa 52,5Amp. Generalmente questi valori sono specificati sull’etichetta della batteria o sulle sue istruzioni. Rispettare questi valori durante la carica e durante l'utilizzo è estremamente importante per la salvaguardia della bateria stessa.
4     Voltaggio nominale: Altro dato fondamentale è il voltaggio nominale della batteria. Generalmente questo valore è espresso sull’etichetta della batteria ma se così non fosse, potrete calcolare il voltaggio nominale conoscendo il  tipo di batteria che avete in mano e contando il numero di celle, ovvero di elementi costituenti il pacco batterie. Conoscendo questi dati procedete come seque:
•       Batterie NiCd e NiMH: moltiplicate il numero totale delle celle nel pacco per 1,20;
•       Batterie Li-Po: moltiplicate il numero totale di celle per 3,7;
•       Batterie Li-Hv: moltiplicate il numero totale di celle per 3,8
•       Batterie Li-Ion: moltiplicate il numero totale di celle per 3,6;
•       Batterie Li-Fe (A123): moltiplicare il numero di celle per 3,3;
•       Batterie Pb: moltiplicate il numero di celle per 2,0

Identificata la batteria che vuoi caricare e le sue caratteristiche, puoi leggere le guide specifiche per ciascuna tipologia:

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Caricabatterie con programmi di carica automatici

I moderni caricabatterie includono già dei programmi di caric ottimizzati per le varie tipologie commerciali. Anche i modelli più economici, entry level, offrono un display grafico con la possibilità di scegliere il tipo, i parametri, oppure dei cicli automatici preimpostati.

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Scegliere gli ingranaggi giusti

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Se utilizzi i nostri componenti per creare combinazioni di ingranaggi, puoi sfruttare in modo semplice ed intuitivo le forature per creare riduttori o moltiplicatori personalizzati.

Gear Mesh ChartNella figura sono evidenziate 3 distanze A,B,C. Per ogni distanza sono possibili una o più combinazioni di ingranaggi. E' sufficiente seguire il criterio spiegato qui sotto:

A:  somma dei denti  48

B: somma dei denti: 96

C: somma dei denti: 144

Vediamo ora in dettaglio, con degli esempi, cosa significano queste informazioni.

Se ho un ingranaggio con 16 denti e un ingranaggio con 80 denti  16+80=96 quindi devo inserire i due perni a distanza B

La tabella qui sotto mostra quali sono le combinazionie di ingranaggi possibili.

DENTI 16 20 24 32 48 64 72 76 80 128
16 48 96 144
20 96
24 48 96
32 48 96
48 96
64 96 144
72 96 144
76 96
80 96 144
128 144

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Motori Brushless: cosa sono e quali parametri valutare

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I motori Brushless: guida alla scelta

I motori brushless, sono dei particolari motori controllati elettronicamente, privi di spazzole e a bassa usura.  Vengono impiegati dove è necessario un elevato numero di giri per un tempo prolungato ( ad esempio nelle eliche dei droni ).  Come vedremo, a differenza dei motori a spazzole, non possono essere collegati semplicemente ad una batteria, ma è necessario utilizzare un dispositivo di controllo chiamato ESC ( vedi: ESC controllo motori brushless)

I motori brushless (privi di contatti striscianti) sono  caratterizzati dalla cassa rotante, dove appunto la parte che ruota è l’involucro metallico esterno, l’avvolgimento elettrico  rimane nella parte interna, collegato tramite dei cuscinetti a sfera al mozzo dell’elica e tramite un supporto fisso all’asse del quadricottero.
I parametri che ci interessano nella scelta di un motore sono il valore di Kv, il massimo assorbimento e la potenza totale. Assorbimento e potenza sono relativi al voltaggio di alimentazione.

Il Kv rappresenta il numero di giri in funzione ai volt di alimentazione, ad esempio se il valore di Kv è 900 rpm/V significa che se lo alimentiamo con una cella LiPo da 3.7V il motore effettuerà 3330 rotazioni al minuto (900 x 3.7).
Nel caso in cui lo alimentiamo con una batteria LiPo a 2 celle (7.2V) il motore eseguirà 64800 giri al minuto.

Dato il loro frequente iimpiego nei droni, alcuni parametri che caratterizzano il motore sono riferiti alle eliche e alla loro capacità di sollevamento.

Un altro parametro è la corrente massima che può essere assorbita dal motore. Questo valore è fondamentale perché in base a questo dato dovremmo dimensionare l’ESC e la batteria.

Nella scheda tecnica del motore viene riportato l’assorbimento, calcolato utilizzando una elica di test, e la relativa spinta generata.
Ad esempio potremmo trovare delle tabelle come la seguente:

Elica Test Tensione di Alimentazione Amper Assorbiti Potenza Prodotta Spinta
8×4 22.2V (6S) 13.9A 310W 1.11Kg
10×5 18.5V (5S) 17.3A 315W 1.27Kg

Senza eseguire troppi calcoli potremmo osservare che montando un’elica 10×5 (10 pollici di lunghezza con pitch da 5) e alimentandolo con una tensione di 22.2V (6S) il motore assorbirà 17.3A generando una spinta di ben 1.27Kg.
Quindi ammettendo di far assorbire la metà della corrente (Condizione tipica del volo) potremmo dedurre che la spinta sia, teoricamente di 635g.
Ora sapendo che ci sono quattro motori, la spinta totale, considerando una potenza al 50%, sarà di circa 2.6Kg.

Catalogo motori brushless

 

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