Controllo di un motore DC - Locked Antiphase

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Abbiamo visto in precedenza il controllo Velocità -  Direzione.  Ora vediamo un altro sistema, più performante dal punto di vista delle prestazioni meccaniche, ma più esigente dal punto di vista energetico. In questo sistema, la bobina del motore è sempre alimentata, la corrente fluisce da un verso o dall'altro e la velocità viene modulata attraverso il controllo del duty cycle. (per una trattazione del duty cycle rimandiamo all'articolo precedente).

Se la nostra esisgenza è un controllo della coppia su tutta la gamma di velocità del motore e non abbiamo particolari problemi di energia, il locked antiphase è la soluzione.

Esaminiamo il ponte H. Cosa accade applichiamo un segnale PWM ad entrambi i canali A e B ?

Abbiamo visto in precedenza che se i due canali sono entrambi nello stesso stato (0 -0 oppure 1-1) il ponte ad H è spento. La corrente non può scorrere in alcun ramo e quindi il motore non sarà attraversato da corrente.  In questa condizione il motore avrà una coppia nulla perché è come se fosse scollegato dalla corrente.

Immaginiamo ora di applicare un segnale che sia del tipo A=0 B=1, A=1 B=0;

Cioé applichiamo sempre il segnale opposto a ciascuno dei due piedini.  Se lo applicassimo lentamente vedremmo il nostro motore avanzare di alcuni gradi, e poi retrocedere degli stessi gradi se il segnale ha un duty cycle del 50%.

Se immaginiamo di fare questa operazione di "cambio" molto velocemente ( cioé ad alta frequenza ), l'effetto sarà quello di avere un motore fermo.

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Ora proviamo a cambiare la durata relativa dei segnali, cioé cambiamo il duty cycle, mantenendo uguale  la frequenza dei due segnali. In questa figura vediamo che il ciclo alto del canale B dura di più del ciclo alto del canale A. Questo vuol dire che il motore girerà per un tempo maggiore in un verso rispetto che all'altro. L'effetto ad alta frequenza sarà un avazamento a velocità controllata minore del massimo.

Se esaminiamo il caso estremo, vediamo che, ponendo B=1 per sempre otteniamo A=0 e quindi rispettiamo le condizioni del locked antiphase anche nel caso di rotazione a velocità massima.

I due metodi di regolazione coincidono nei casi estremi. Nel caso del locked antiphase, però, il consumo sarà maggiore perché l'avvolgimento è sempre atraversato da corrente in ogni istante.  Nel caso precedente, invece, il consumo era minore a velocità minore.  Questo giustifica anche il calo di coppia con il metodo precedente.

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Il locked antiphase è un metodo molto comodo in applicazioni di regolazione industriale perché in questo caso le prestazioni del motore rimangono pressoché costanti a qualunque velocità.   E' una modalità di controllo molto performante anche in applicazioni dove il cambio di velocità deve essere molto repentino e la risposta del motore immediata. ( per esempio nei line follower).

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Controllo di un motore DC - Velocità e direzione

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Il controllo più intuitivo e forse semplice da realizzare è quello in cui si regola velocità e verso di rotazione. Questo metodo di controllo funziona bene in tutti i casi in cui non sia richiesto di sfruttare tutta la coppia del motore sull'intera gamma delle velocità.

Riguardando lo schema del ponte ad H,  se noi fissiamo un segnale su B e mandiamo un segnale alternato 0-1 su A, otteniamo che la corrente scorrerà sempre in un verso del motore "accendendo e spegnendo" l'avvolgimento del motore DC e dando come effetto la regolazione di velocità.

La regolazione di velocità avviene cambiando il duty sycle del segnale 0-1.

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Onda Quadra Duty Cycle

Un onda quadra, cioé un segnale che alterna solamente i valori 0-1, è caratterizzato dai seguenti parametri:

Frequenza:  il numero di volte in cui il segnale ripete la sequenza 101 in un secondo.

Duty Cycle: è il rapporto tra la durata dello stato 1 e la durata totale di un periodo.

Facciamo un esempio per chiarire la sistuazione:

In figura sono riportate 2 onde quadre  con la stessa frequenza. Come si vede, infatti, il periodo T, cioé la durata di una transizione 1-0-1 è uguale per l'onda sopra e quella sotto in figura.

Con le percentuali  50% e 20% indichiamo invece il duty cycle, cioé il rapporto tra la durata dello stato alto (1) e la durata totale (T).

Facciamo un esempio numerico:

Supponiamo che T sia uguale ad 1 secondo, quindi la frequenza sarà pari ad 1hz.  Nel primo caso lo stato alto dureà 0,5 secondi, cioé il 50% di 1 seocndo, che è il periodo totale.  Nel secondo caso, lo stato alto durerà 0,2 secondi, cioé il 20% del periodo totale.

Controllo di un motore DC agendo sul Duty Cycle

Per controllare un motore dovremo scegliere una frequenza adeguata, che permetta di avere una risposta fluida e non a scatti. La determinazione di questa frequenza dipende dalle caratteristiche del motore, ma è molto facile, dal punto di vista pratico, provare varie frequenze per trovare quella ottimale in cui il movimento sia unforme nel tempo.

Una volta scelta la frequenza, è sufficiente impostare il duty cycle.  Il ponte ad H, come abbiamo visto prima, ha due canali di ingresso che chiameremo A e B. Un canale andrà lasciato a 0 e l'altro dovrà essere controllato tramite un segnale PWM, (cioé l'onda quadra che abbiamo visto in precedenza). Vedremo più avanti che cosa comporta scegliere un canale oppure un altro.

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Il duty cycle può essere regolato da 0% ( motore fermo) a 100% motore a velocità massima. Un duty cycle del 100% equivale a collegare direttamente il motore ad una batteria.

Se non dovete modulare la velocità del motore, esitono altri metodi di controllo più semplici.

Il controllo di un motore DC con Ponte H in modalità Velocità - direzione, può essere facilmente implementato su un Arduino o Rapsberry  ( o qualunque scheda di controllo  a microcontrollore ).

Fino ad ora non abbiamo mai parlato della differenza fra la scelta del canale A o del canale B come ingresso per il segnale PWM.

Nella figura qui a lato, abbiamo messo a 0 l'ingresso B e andiamo ad esaminare cosa accade se mettiamo ad 1 l'ingresso A.  Vediamo che la corrente scorre in un verso lungo il motore (che si trova al centro della H). Se andiamo ad invertire la situazione, la corrente scorrera nel verso opposto. Cambiare il verso della corrente comporta un cambiamento del senso di rotazione (orario oppure antiorario). La scelta del piedino di controllo da lasciare a 0, quindi, dipenderà esclusivamente dal senso di rotazione che dobbiamo dare al motore nella nostra applicazione. Quando tutti e due i piedini sono a 0, non c'è flusso di corrente perché i due rami sono spenti.  Si capisce, così, quale è l'effetto dell'onda quadra vista in precedenza. Quando l'onda assume il valore 1, il motore sarà acceso, quando questa assume il valore 0 sarà spento. Accendendo e spegnendo velocemente il motore, si otterrà un effetto medio di regolazione della velocità. Se la frequenza è molto alta, non ci accorgeremo dell'accensione e dello spenimento "a scatti", ma vedremo un effetto medio, cioé un rallentamento rispetto alla velocità massima.

Il difetto di un controllo di questo tipo può essere una perdita di coppia quando ci si allontana dalla velocità massima e un cambio di velocità non particolarmente efficiente se abbiamo bisogno di gestire variazioni rapide.

Un sistema più prestante, è il locked antiphase [leggi..],

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DS18b20: leggere temperature multiple con Arduino

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Spesso capita la necessità di dover leggere temperature multiple. Per esempio se vogliamo monitorare più punti in una stanza, o più punti su un'apperecchiatura. I sensori DS18b20 sono un componente ideale per queste situazioni perché è dotato del bus 1wire.

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Il bus 1 wire

introduciamo brevemente il bus 1-wire per comprenderne l'utilità e l'utilizzo. In questo caso ci limiteremo al sensore di temperatura, ma esitono sensori 1-wire per altri scopi.

In generale su un sistema bus, abbiamo un'unità di controllo principale (master) e una serie di unità secondarie (slave) che comunicano con il master. Dal punto di vista pratico, questo si traduce nell'avere un solo cavo a 2 fili lungo tutto il percorso. Si capisce subito la comodità di questo sistema perché se avessimo 10 sonde di temperatura senza bus, dovremmo collegarle tutte all'unità principale. In questo caso, invece, tutte le sonde sono collegate allo stesso cavo (bus) che trasmette i dati di tutte le unità presenti. 

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Come fanno le unità a dialogare senza interferire fra loro ? Ogni elemento della rete bus ha un indirizzo univoco stampato in fabbrica, cioé un numero che lo rende unico ed identificabile.  Il master, quindi, interroga uno alla volta tutti gli elementi della rete e raggruppa i messaggi inviati/ricevuti per indirizzo. In questo modo, la lettura di un elemento del bus non interferirà con gli altri.  Lo svantaggio che potreste avere è la velocità di propagazione delle informazioni.  I sistemi, infatti, potranno dialogare uno alla volta. Quindi per avere una lettura completa delle temperature, dovremo aspettare che tutti i sensori abbiano comunicato i propri dati.

Questo bus, quindi, è adatto a tutte quelle situazioni in cui non è richiesta una velocità elevata di comunicazione. Se devo conoscere le temperature in una stanza, non mi servirà un aggiornamento di millisecondi, probabilmente sarà sufficiente leggerle ogni 30 secondi o ogni minuto.

I sensori 1 wire si possono interfacciare facilmente con le schede commerciali quali Arduino, Raspberry Pi o qualunque microcontrollore.

In questo tutotial vedremo come interfacciare Arduino sul nostro catalogo, inoltre, troverete le sonde di temperatura 1 wire già cablate e protette da un involucro in acciaio. Questo le rende già applicabili al vosto sistema.

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Arduino e il bus 1-wire

La gestione dei sensori DS18b20 con Arduino è estremanente semplice perché esiste una libreria dedicata.

 

 

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Controllare un motore DC con feedback

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Assembled-Motor-Driver-Angle-300pxSteplab presenta il nuovo controller intelligente per motori DC. In un tutorial precedente vi abbiamo parlato di come controllare i motori DC con un normale ponte H. Il circuito che vi avevamo presentato non aveva un feeback era uno dei cosiddetti controlli a loop aperto.

Controlli a loop aperto/ loop chiuso

Un controllo a loop aperto è sostanzialmente un sistema acceso/spento dove non c'è alcuna informazione sullo stato del sistema. Un controllo a loop aperto, per esempio, è l'interruttore che accende o spegne una lampadina. Se voi accendete non c'è alcun sensore che vi dice se la lampadina è accesa o spenta. Dovrete guardare la lampadina. Allo stesso modo, se controllate un motore a loop aperto, dovrete "guardare" il motore per evitare che questo arrivi a fine corsa e rompa il vostro dispositivo.

Un controllo motore DC a loop chiuso è un dispositivo che vi consente di avere l'informazione sulla posizione del vostro motore. Un esempio di controllo a loop chiuso è il servomotore. In un servo, il circuito di controllo del motore riceve continuamente un'informazione sulla posizione grazie ad un potenziometro.

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La scheda di controllo 605045

Ora che abbiamo chiarito quale sia il principio di base dei controlli a loop chiuso, vediamo nel dettaglio la scheda 605045 di Steplab/Actobotics.

La scheda di controllo è in grado di gestire fino a 2 motori e di erogare una corrente di controllo fino a 10A continui. Può funzionare secondo 4 modalità:

  1. Modalità controllo PWM. Grazie ad un segnale PWM tra 1000 e 2000 usec è possibile regolare la velocità e il verso di rotazione.
  2. Modalità di controllo Analog. Nella modalità analog è possibile fornire un segnale DC fra 0 e 3.3V per controllare la velocità del motore e il verso di rotazione.
  3. Modalità MIX un canale lavora in controllo di posizione (Modalità servo) e l'altro in controllo di velocità digitale (Modalità PWM)
  4. Modalità Servo in modalità servo la scheda lavora a loop chiuso. Collegando un potenziometro è possibile ricevere un feedback sulla posizione o su qualunque altro parametro di interesse. (per esempio si potrebbe collegare una piccola pompa per mantenere un livello costante).

Grazie alla scheda 605045 è possibile costruire rapidamente un controllo di tipo PID che gestisce tutte le situazioni in cui sono coinvolti motori DC convenzionali.

Qui sotto trovate il collegamento alla scheda prodotto e alcuni motori compatibili con questo controllo.

 

 

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Utilizzare le schede di controllo

[et_pb_section admin_label="section"][et_pb_row admin_label="row"][et_pb_column type="4_4"][et_pb_text admin_label="Testo" background_layout="light" text_orientation="left" text_font_size="14" use_border_color="off" border_color="#ffffff" border_style="solid"]

Tutti i motori o servo utilizzati su questo sito necessitano di un controller. Il controller è una schedina che vi consente di pilotare il vostro meccanismo e di fargli fare i movimenti che volete. Per utilizzare correttamente un controller è necessario avere alcune informazioni di base. Se avete già esperienza nell'elettronica queste nozioni saranno ovvie, se invece iniziate per la prima volta, vi consiglio di leggerle con attenzione.

Alimentazione

Tutte le schede elettroniche vanno alimentate, cioé collegate ad una sorgente di energia (batteria, alimentatore, pannello fotovoltaico...). prima di effettuare qualunque collegamento è necessario sapere quale è la tensione di alimentazione. Generalmente questa informazione è riportata sulla documentazione a corredo della scheda, a volte è anche riportata sulla scheda stessa.  Esiste una convenzione per cui il cavo nero di un alimentatore è sempre negativo. Il cavo positivo può avere diversi colori, generalmente è rosso.

La massa comune

Quando si alimenta un circuito è sufficiente controllare quale sia la tensione fornita dalla nostra sorgente di energia. Spesso accade, però, che abbiamo due o più schede che devono interagire fra loro. Immaginiamo il semplice caso di un controller pilotato da Arduino. Immaginiamo che il controller abbia un suo alimentatore e che Arduino sia collegato al cavo USB di un computer.

Supponiamo che la vostra scheda A sia alimentata a 5V. Il vostro Arduino, collegato all'USB, sarà esso stesso alimentato a 5V. ora il problema che si pone è questo: le due tensioni da 5V in che relazione sono fra di loro ?

Se avete delle minime basi di elettronica sapete che la misura di tensione è una "differenza di potenziale".  Non è quindi un valore assoluto.  Immaginate che i vostri valori di tensione siano i gradini di una scala. I gradini hanno la stessa altezza (tensione), ma non la stessa posizione (riferimento o massa elettrica). Per "equalizzare" le tensioni, dovrete collegare il terminale negativo delle vostre schede fra di loro. In questo modo i 5V misurati su una scheda saranno effettivamente identici ai 5V misurati sull'altra. Questa semplice operazione consente lo scambio di dati (tensione) fra un controller ed un altro. Se questa operazione non viene fatta, potrebbe essere impossibile comunicare o addirittura potreste danneggiare una scheda.

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Il regolatore di tensione

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Il regolatore di tensione

step-up step-down 5V regulator

Regolatore 5V

Il regolatore di tensione è uno strumento "magico" per chi utilizza schede elettroniche perché ci salva da spiacevoli inconvenienti e ci consente di riciclare vecchi alimentatori, caricabatteria e quant'altro senza particolari preoccupazioni.

Spesso si presenta la necessità, per controllare i nostri circuiti, di avere 5V, 12V, 6V. Se l'alimentatore che abbiamo nel cassetto non è particolarmente affidabile e  se l'assorbimento non è eccessivo, possiamo ricorrere ad un regolatore che accetta in ingresso una tensione diversa da quella desiderata e ci invia in uscita una tensione regolata e fissa.

Esempio: se abbiamo un regolatore che accetta come input 6-35V e in uscita fornisce 5V potremo tranquillamente collegare un qualunque alimentatore all'ingresso e ottenere i nostri 5V stabilizzati. Se la tensione d'ingresso dovesse fluttuare per qualunque motivo, la nostra uscita sarà comunque stabile.

Esistono regolatori per le principali tensioni 5V, 6V, 12V, ....

[box type="warning"] Un parametro molto importante da valutare prima di impiegare un regolatore è la corrente di esercizio. Tutti i regolatori forniscono due parametri: la corrente massima e la corrente di esercizio. La prima non deve essere mantenuta per lunghi periodi, la seconda può essere mantenuta per lungo tempo senza danneggiare il circuito.[/box]

I circuiti migliori hanno una protezione da sovracorrente e da sovra temperatura. In questo modo sarà impossibile, anche per l'hobbista, danneggiare in modo irreparabile l'elettronica.

Ogni volta che si utilizza un circuito delicato è consigliabile mettere un regolatore per evitare danni indesiderati.

[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]

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